muralismo

Cantarranas

Benvenut3 in GECO RACCONTI Cantarranas (Honduras) Un villaggio vestito di colori Nome di battesimo: San Juan de Flores. Ma per tutti e da sempre il villaggio è conosciuto come Cantarranas, nomignolo legato al fatto che nei pressi scorre un torrente nel quale amano cantare le rane. E sono proprio costanti, tanto che anche sui bus pubblici la destinazione è indicata con il soprannome. Situato nel centro dell’Honduras, in mezzo a coltivazioni di canna da zucchero, il paese gracidante era un villaggio contadino che, come spesso capita (non solo in Honduras, anzi, in molte aree del mondo, anche se con modalità differenti), stava vivendo un lento declino. Sonnecchiava silenzioso mentre i giovani prendevano la via delle città. Finché venne eletto un sindaco […]

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Guatemala

Un mese in Guatemala Antigua, lago Atitlan, Rio Dulce Un mese in Guatemala. Terra di vulcani poderosi e di popolazioni Maya. Patria del quetzal, uccellino simbolo nazionale che ho visto riprodotto in murales, dipinti e banconote (che si chiamano proprio quetzal, un po’ come se da noi le lire del passato si fossero chiamate, chessò, capriolo o cinciallegra), ma non dal vivo, perché se ne sta nascosto tra il folto della giungla e per incontrarlo ci vogliono fortuna e pazienza. Terra di montagne e foreste tropicali, di laghi vulcanici di cui nessuno conosce la profondità (Atitlan) e di altri laghi vulcanici sacri e cosparsi di fiori (Chicabal). Terra bagnata da due oceani, il Pacifico e l’Atlantico. Terra dei fantomatici “bus

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Città del Messico

In 30 milioni nel cratere di un vulcano Città del Messico È a 2.000 metri di quota. La terra su cui poggia si muove e trema di continuo. È nel cratere di un vulcano e prima era un lago. Nel sottosuolo corrono 13 linee della metropolitana. E ci vivono 30 milioni di persone. Questa è Città del Messico. Una meravigliosa contraddizione vivente. Città del Messico è caotica e rumorosa, è un cavallo perennemente imbizzarrito e non si sa mai cosa capiterà dietro l’angolo. Per andare da una parte all’altra ci vogliono secoli e negli orari di punta si viaggia così stretti che è contro qualsiasi logica umana. Ma d’altronde la logica l’hanno inventata i greci, mica gli aztechi. La domenica

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frida
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