Da 1.445 metri al mare: la Ruta de los Volcanes

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Le Canarie: sette isole di vulcani che si tuffano nell’Oceano Atlantico, con spiagge nere e vigne abbarbicate dentro buche semicircolari che le proteggono dal vento. Di quell’arcipelago davanti all’Africa La Palma è l’isola più scoscesa; è, anche, il luogo delle banane: dalle colline al mare, dai sentieri escursionistici alle fermate degli autobus, ovunque ci si giri si è immersi in ettari ed ettari di quello che laggiù chiamano “oro verde”.
La Ruta de los Volcanes è una camminata lunga e memorabile fatta di pinete, vette da dove la vista si apre infinita sull’oceano e caldere nere, grigie e rosse, alcune così grandi che dentro sono cresciuti i boschi.
Mi tiro su presto e raggiungo il Rifugio del Pilar, dove il vento mi fischia tra le orecchie affilato e pungente. È febbraio, sono a 1.445 metri e ci vorrebbe un berretto di lana.  Oltre a me ci sono un uomo con la giubba gialla fosforescente, lavora per il Parco e sta sistemando i barbecue, e un escursionista che ha dormito qui: piega la tenda e si prepara la colazione. Li saluto e inizio la salita. Per un’ora salgo per una pineta con il vento che mi ricama lacrime intorno agli occhi. I pini vengono su nella terra lavica color cenere: il grigio accende il verde e il giallo degli aghi, paiono lampeggianti di semafori.  Dopo un’ora sono alla faglia, un altro po’ e arrivo in cima a una montagna tonda. Sono in uno dei punti più alti dell’isola: davanti a me, a destra e a sinistra la vista si apre sull’Atlantico.

Mi aspettano sette vulcani: sette vulcani da scalare e circumnavigare. Cammino con la sabbia fine che si infila nei calzini, ci sono sassetti neri piccoli e scivolosi come biglie, rocce leggerissime e dalle forme bizzarre. In cielo neanche una nuvola. Il primo cratere è nero e grigio, enorme e spoglio; il secondo si chiama Hoyo Negro e dal punto panoramico vedo, giù nella caldera, i pini che ballano al vento. Salgo e scendo sui crinali spogli, scivolo e saltello nella sabbia, affondo ed è un po’ come essere sulla neve. Dalla cima del Volcan de Martin, che è nero fuori e rosso dentro, vedo in mezzo al mare una montagna azzurrata: è il Teide, il vulcano più alto di Tenerife. Un’altra pineta mi porta alla fine del sentiero: lì incontro uno con scarponi, zaino e bacchette. È immobile e di bronzo e ha una targhetta tra i piedi con scritto: “Monumento dedicato ai camminanti”.
Sono arrivata al villaggio di Los Canarios. Dopo la chiesa, il campo da calcio, la sala comunale e una fila di macchine parcheggiate trovo un bar: è il momento di un buon gelato.

Da Los Canarios torno nella mia stanzetta: per oggi basta, proseguo domani (vedi “Il mio consiglio”).
Il giorno dopo la camminata è più corta e più semplice, perché è sempre in discesa. Dal Centro de Visitantes del Volcan San Antonio, caldera a pagamento perché di fianco c’è un museo, scendo a una carrabile, assolata e noiosa ma con una gran vista sulle vigne di malvasia. Salgo sul Teneguia, l’ultimo vulcano. Il paesaggio è nero, lunare, spoglio, roccioso, pietroso, sabbioso, grigio cenere, grigio piombo, rosso scuro, marrone opaco. Compaiono di nuovo gli arbusti gialli e verdi, al solito accesi come semafori. Dietro di loro sbucano le righe bianche e rosse della torre del Faro di Fuencaliente: ormai non manca molto, un altro po’ e ci sono. Il Faro è alla fine della camminata. È costruito con la pietra lavica scura, di colorato ci sono la torre e le saline: tutt’intorno al faro ci sono saline rosa e bianche che mandano bagliori per il riflesso del sole. Spruzzi di onde mi salano le gambe e mi viene una gran voglia di fare il bagno. Accaldata, sudata e piena di terra come sono, un bel bagno è quello che ci vuole. Guardo la mappa, scelgo la spiaggia di Echentive, ha sabbia nera e acqua trasparente e fredda che mi pizzica le caviglie. Conto fino a tre e via, un bel tuffo e sono nel blu.

NOTE PRATICHE

*** DOVE***
La Palma fa parte dell’arcipelago delle isole Canarie (Spagna). Sono isole vulcaniche situate nell’oceano Atlantico, al largo della costa Nord Occidentale dell’Africa.
*** COME ***
La Palma è servita da numerosi voli da Tenerife e da Gran Canaria; disponibili anche alcuni collegamenti aerei diretti con l’Italia. Si può raggiungere l’isola anche in nave da Tenerife.
*** ITINERARIO***
Trattandosi di un tragitto lineare e non ad anello, consiglio di utilizzare i mezzi pubblici in modo da non dover tornare a recuperare la macchina al Rifugio. Suggerisco di arrivare al Centro de Visitantes del Parco de la Caldera de Taburiente, collegato con autobus da Los Llanos e da Santa Cruz de Tenerife; la fermata è proprio davanti al centro. Da lì si può prendere un taxi, o provare a fare l’autostop, fino al Rifugio del Pilar. Non è una distanza eccessiva, a piedi sono 4 chilometri: ma sono tutti in salita, siccome l’escursione è impegnativa, perché non risparmiare un poco le gambe? Il sentiero attraversa il cuore meridionale dell’isola e corre perpendicolare da Nord a Sud, segue la cresta di numerosi vulcani per poi scendere al mare. Una volta a Los Canarios si può prendere l’autobus per tornare a Santa Cruz de la Palma e a Los Llanos; da Fuencaliente, invece, un autobus risale fino a Los Canarios. Attenzione, i bus non sono frequenti, consultate il sito dei trasporti pubblici
*** DORMIRE E MANGIARE***
Le Canarie sono isole molto attrezzate per il turismo. A La Palma ci sono possibilità di alloggio dappertutto: nelle cittadine principali, tra cui Los Canarios, in case rurali isolate nell’entroterra o affacciate sull’Oceano. Per gli appassionati di natura: è possibile dormire al Rifugio del Pilar (1.445 metri), una bella area attrezzata con rifugio, acqua, area barbecue e bagni. Essendo un luogo autogestito, è necessario avere con sé cibo e sacco a pelo. La sera e la mattina fa freddo, è bene quindi essere attrezzati. Mangiare: troverete bar e ristoranti a Los Canarios; al Faro di Fuencaliente c’è un ristorante con una terrazza di fronte alle saline.
*** CLIMA***
La Palma è caratterizzata da estese piantagioni di banane, da un clima caldo la maggior parte dell’anno e dalla presenza di numerosi vulcani. Evitate se possibile i mesi di luglio e agosto, quando il caldo è molto impegnativo. I mesi di marzo, aprile, settembre e ottobre sono ottimi per visitare l’isola.

IL MIO CONSIGLIO

Itinerario consigliato: partenza dal Rifugio del Pilar, arrivo al Faro di Fuencaliente; dislivello: 1.207 metri. Si tratta di un lungo percorso lineare di 23 chilometri che può essere diviso in due tappe
1- dal Rifugio del Pilar a Los Canarios, 17 chilometri; 2- da Los Canarios al Faro di Fuencaliente, 5 chilometri. L’itinerario si può svolgere in autonomia: sono presenti cartelli lungo tutto il percorso, seguite il segnavia GR131. Portate cibo e abbondanti scorte d’acqua: dal Rifugio a Los Canarios non ci sono punti ristoro né fontane. Nel paese di Los Canarios vi accoglieranno bar e ristoranti. Dividere l’itinerario in due tappe consente il secondo giorno di avere energie e tempo per visitare il Faro di Fuencaliente e le saline e di fare il bagno in una delle spiagge laviche, come la Playa de Echentive.
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1 commento su “La Ruta de los Volcanes”

  1. Leggervi è inebriante. Proprietà di linguaggio
    Precisione descrittiva . Riuscite sempre a liberarmi dal lockdown e immergermi nei vostri viaggi. Foto bellissime .. sempre complimenti

I commenti sono chiusi.

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